Quando arrivi alla tana del bianconiglio non ti aspetti di trovarti ad un panorama davvero così suggestivo, un vigneto immerso nelle colline della cara e vecchia Maremma Grossetana, a 200 mt dal livello del mare. L’ azienda si compone di 22h ettari che comprendono anche un allevamento di cavalli.

La tana infatti si trova sulla sinistra e all’interno preserva la sala degustazione della cantina. Al piano di sotto, si trova tutto l’ intero impianto di produzione dell’azienda. I vitigni coltivati da Tenuta Montauto sono sia autoctoni che internazionali insoliti per la zona: Vermentino, Ansonica, Sauvignon Blanc, Trebbiano, Malvasia, Grechetto, Ciliegiolo, Sangiovese e Pinot Nero.

Tutto è curato in ogni minimo dettaglio, sembra davvero di essere all’interno delle casette del Paese delle Meraviglie di Alice, Una teca contenete pezzi del terreno è composta da sassi interi di quarzo. Per 14h dei 22 ettari comprensivi del maneggio e dell’azienda, il terreno è composto principalmente da argilla e quarzo, caratteristiche preziose per un produttore amante di vini francesi e che sfida la produzione di due vitigni internazionali che ama molto, come il Sauvignon e il Pinot Nero. E pensare che geograficamente siamo esattamente l‘ultima striscia di terra al confine tra la Toscana e il Lazio.

Botti di Rovere di Romanèe Contii di secondo e terzo passaggio

Scendiamo in cantina, qui la pulizia è davvero massima, si nata subito, Riccardo mi confessa che ci tiene molto. La
vendemmia avviene in cassette che vengono sempre igienizzate prima della raccolta.
Pressa soffice, fermentazione temperature controllata, selezione minuziosa dei soli migliori grappoli e lieviti selezionati. La bottaia sembra una delle stanze segrete della Regina di Cuori di Alice o quella della Nonna di Capuccetto Rosso come suggerisce il quadro appeso al muro, custodisce botti di rovere francese di secondo e terzo passaggio e alcune, sono state acquistate da Romanèe Conti, andare per credere…La vendemmia 2020 è stata super anticipata quest’anno è avvenuta il 12 agosto

L’azienda appartiene alla famiglia Lepri (per questo la lepre è presente nel brand aziendale) da oltre 60 anni ed il 2000 quando Riccardo fresco di Laurea e ricco di opportunità decide di investire il resto della sua vita nell’impresa di famiglia, cercando una strada e un impronta sorprendente ed originale al fine di lavorare esclusivamente a regimo biologico certificato tanto che tutta l’energia utilizzata durante il processo produttivo proviene da fonti rinnovabili. Risultato: vini dall’eleganza e della consistenza davvero strabilianti.

Partiamo con il Vermentino, il bianco IGT tipico della zona, A seguire proviamo lo Staccione, il Rosato IGT 100% Sangiovese. Due entrè niente male ma la rivelazione arriva con il Gessaia il 100% Sauvignon Blanc è raccolto dalle vigne relativamente giovani di 14 anni. Il nome è dedicato al nome del torrente che attraversa il vigneto del Sauvignon. Solo acciaio, vino d’annata al naso regala un varietale davvero vasto, al palato fresco e sapido al punto giusto è una vera goduria da pasteggio.

Passiamo al primo dei rossi: Il 100% Pinot nero 2018 ha fatto solo acciaio ma il progetto in cantieri per la nuova annata prevede un’ affinamento in barrique 8/9 mesi. Di colore rosso rubino con leggeri riflessi granati. Al naso è intenso e di buona persistenza, le note balsamiche dapprima e i delicati sentori di frutti rossi, come le fragole di bosco, rendono più armonico il bouquet, che lascia intendere anche note leggere di speziatura. In bocca, è avvolgente, intenso e con una buona persistenza. Il tannino è equilibrato e non pungente, le note speziate riprendono vita nel retrogusto donando morbidezza e carattere al vino. Equilibrio, finezza, carattere ed eleganza sono gli elementi tipici di questo Pinot Nero.

Torniamo sui bianchi anche se potreste essere d’accordo sul fatto che la sequenza di degustazione potrebbe non essere corretta ma dobbiamo fare questo salto per l’etichetta “Enos I”. Dedicata al nonno fondatore dell’ azienda, questo vino sempre 100% Sauvignon Blanc proviene da 19 vigne di oltre 40 anni. L’affinamento è sempre esclusivamente in acciaio ma l’età del vigneto e la selezione accuratissima degli acini da parte di Riccardo gli permette di ottenere un vino quasi viscoso, ricco di corpo e nei profumi, uno Sauvignon davvero fuori dal comune!

Passiamo al Ciliegiolo anche questo lavorato in purezza, una meraviglia: una versione fresca ma allo stesso tempo ricco di un profumo profondo che inizialmente rimanda al cioccolato per poi virare verso l’elicriso e i frutti rossi. A poco a poco si infittisce di sensazioni di bacche aromatiche, come di mirto, radice di liquirizia e cardamomo. In bocca ha materia e acidità da vendere, è fresco e piccante, ricco di ritorni olfattivi agrumati. Solo il 20% della massa fa passaggio inlegno

Le chicche sembrano infinite: abbiamo anche un Metodo Classico brut 100% Sangiovese:, 36 m sui lieviti. Dal perlage fine e persistente si lascia ammirare mentre al naso emana frutti rossi appena accentuati e crosta di pane. L’effervescenza invade e deterge il palato. Perfetto per cominciare una serata ma con gli abbinamenti giusti si può anche abbinare un pasto.

E ancora un altro bianco tipico della zona: Bianco di PItigliano IGT ottenuto da uve di Trebbiano Toscana, Malvasia, Chardonnay, anche per questo bianco il passaggio è solo in acciaio. Di colore giallo paglierino, limpido e brillante, dai leggeri riflessi verdolini. Vino dal carattere spiccato, al naso è intenso, ampio ed esprime note fruttate: frutta a polpa bianca, agrumi e leggeri toni minerali. Al palato è deciso ed equilibrato, con una spiccata mineralità e tendenzialmente sapido. Possiede una grande freschezza e una convincente bevibilità.

Chiudiamo con una prodotto davvero singolare e di livello: quest’anno con il Vermentino si è prodotto anche il Vermouth. Il Vermentino viene messo in infusione per 30 giorni con assenzio, genziana, camomilla, cardamomo, coriandolo ed erbe quali menta, melissa ed eucalipto. Una vera goduria da fine pasto o da meditazione.

Ci si può perdere davvero nella tana del Leprotto ed è un viaggio sensoriale davvero senza precedenti! Vi sareste mai aspettati una Maremma cosi? Basta solamente seguire le orme del Bianconiglio per vivere un viaggio sensoriale davvero unico nel Suo genere!