Dio quanto mi mancano i Wine Tour! Partite il fine settimana, raggiungere i miei amici #winelovers in giro per l’Italia. Se penso alle ultime esperienze davvero significative che ho avuto la fortuna di vivere nei mesi precedenti non posso che pensare a Vigneti Vallorani.

Prima volta per me di poter approfondire bene la regione Marche e quella che conosciamo come Doc Offida, e siamo esattamente sui Colli del Tronto vicino Ascoli Piceno e San Benedetto, in quella che un tempo fu terra dapprima dei Longobardi e poi dei Romani: sarà per questo che vitigni come Montepulciano e Trebbiano possono raccontare davvero la Storia di quanta ne è passata di qui.

Vigneti ultra sessantenni quelli rilevati da Rocco dalla sua famiglia che ha puntato ad una produzione a dir poco green, ovvero la cura più totale naturale delle loro piante, selezione ultra accurata dei grappoli che vengono raccolti, sposando la filosofia biodinamica in tempi non sospetti. Vi assicuro è riuscito a tirar fuori vini sensazionali ma nel senso che coinvolgo a piena tutti i sensi, una sensazione davvero speciale.

La produzione è di circa 30 mila bottiglie l’anno. Oltre al vino si fa anche Olio. Non esistono preparati nella cantina di Marco gli unici agenti vigili sono le sue galline e le sue oche, insieme a soli zolfo e rame. Curiosa attrattiva dei vigneti di Marco è senz’altro l’orto sinergico a spirale che è coltivato poco prima del vigneto, una modalità che non avevo mai visto prima.

Altra scelta che colpisce e mette ancor più sete di questa azienda sono le splendide etichette riprodotte dalle opere realizzate da pittori locali ed esposte oggi nella cantina di Rocco. Ancora una volta l’arte si fonde con vino, un connubio diventato quasi frequente per me mia fortuna

Cominciamo col primo vino, arriva Avorà il Falerio DOC: blend di Pecorino, Passerina e Trebbiano.

Tipico blend marchigiano e ti fa capire subito chi sei e cosa stavi cercando. Vino intenso nel colore e nel naso, ricco di fotoniche profumazioni in cui ritrovi le tipicità dei tutti e dal sorso che richiama subito la beva. Davvero esaltante. Viene ottenuta da un affinamento di solo acciaio sui lieviti.

Zaccarì Offida DOCG Passerina: fermenta e affina in tonneau di rovere. Il nome di questa etichetta si ispira al fatto che è il nome in cui la famiglia viene da sempre chiamata qui al paese. Un vino bianco dal varietale unico, colore brillante al naso colpisce al naso per le sue nuance soffici e di fiori, frutti, frutti candidi, note esotiche, lievi di vaniglia e freschezza e sapidità. La scelta di affinamento in legno ha dato tanto secondo me a questo vino. Posso dire forse la versione più esaltante che abbia mai bevuto di questo vitigno.

Passiamo al rosato tra i più pazzeschi che ho incontrato nel 2020, Octavum: ècun rosato da uve Sangiovese (75%) e Montepulciano (25%); le uve, raccolte a mano in cassetta nei nostri vigneti di 10 anni, vengono lasciate macerare sulle bucce per 24 h. Fermentazione spontanea in piccoli tini d’acciaio ed affinamento per 6 mesi cui lieviti con batonnage ogni 15 giorni.. Ad Octavum è il nome che nell’ antichità veniva utilizzato per indicare gli insediamenti agricoli (quindi non paesi veri e propri) ed indicava la distanza in miglia dalla “capitale”, Colli del Tronto è infatti ad 8 miglia da Ascoli Piceno.

Lefric rosso: sole 800 bottiglie, prima vendemmia 2019, il vino che sancisce la volontà di Rocco di fare vini di grandissima beva e sceglie proprio questa etichetta, per me tra le opere assolutamente più belle e suggestive che ha all’interno della sua sala degustazioni. 16 gradi, 50 % Sangiovese, 30 % Montepulciano e e appena due filari nel vero senso della parola e quindi il 20% di Syrah che è un vitigno che sta molto a cuore del suo produttore. La metà del Sangiovese fa macerazione carbonica, i solfiti sono aggiunti solo all’imbottigliamento, affinamento in acciaio sui lieviti. Un processo che ha regalato senz’altro gran spessora a questo vino-

Polisia: rosso piceno Superiore èil vino dei loro nonni, caratterizzato per aromaticità e facilità di beva, un vino intenso ma fresco ed elegante. uve provenienti da piante di oltre 50 – 60 anni di Sangiovese e Montepulciano, e fa affinamento solo in acciaio. Con un naso che non te lo aspetteresti mai.

Se pensi che Polisia stupisce è con Konè Piceno Superiore DOP che ti sbalordisce ancora di più: Montepulciano e una minoranza di Sangiovese che hanno affinato in una botte piccola. Irruente ma allo stesso tempo avvolgente ha un naso complesso ricco di frutta come amarena, cuoio, caffè, liquirizia, Fresco al punto giusto e dal tannino presente ma elegante.

Il Sorlivio l’etichetta più cara di Rocco, dedicata suo Nonno non un “sor” all’epoca quando questo nomignolo spettava solo ai proprietari terrieri, è una rivincita postuma per la sua vita di sacrifici per riscattare i terreni sui quali ha lavorato una vita e garantire un futuro migliore alla famiglia. E’ ottenuto dalla miglior selezione dei grappoli dei vigneti ultra sessantenni più qualificativi di Sangiovese. 22 mesi di barrique e 24 di bottiglie per l’ottenimento di una grandissima versione del Grande Rosso d’Italia. E’ anche l’etichetta preferita del mitico @perfect che ci ha portati a scoprire questa meravigliosa realtà alle

Se non siete mai stati da queste parti venitevi a perdere tra l’insieme della bellezza del paesaggio, del vino e della bellezza delle opere magnifiche custodite nelle sei etichette di Vigneti Vallorani , davvero una grandissima rivelazione.